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SCOTT JOPLIN
(1866? - 1917)

L'avverbio "circa" è di rigore quando si indica l'anno di nascita di Scott Joplin. Dovrebbe essere il 1868, ma non è escluso che sia stato l'anno precedente. Meno incerto il luogo: un villaggio al confine tra Texas e Arkansas, lungo quella linea che fino a tre anni prima aveva diviso gli stati industriali del Nord e quelli secessionisti del Sud, il cui sistema economico-sociale faceva leva proprio sugli schiavi. La città più vicina alla capanna dei Joplin era Texarkana, distante 80 chilometri.
I genitori di Scott vi si riuscirono a trasferire quando lui era nato da poco. Favoriva Scott l'essere cresciuto in una famiglia con la passione della musica. Un insegnante, il tedesco Julius Weiss, gli fornì le prime nozioni di armonia e lo educò alle forme della musica colta europea, melodramma compreso. Gli anni passavano in fretta. Scott, che nei suoi viaggi si spingeva sempre più lontano, decise di lasciare Texarkana. Era attratto dall'atmosfera di Saint-Louis, che per le origini francesi, le case, l'indifferenza e l'eleganza ricordava una Parigi in miniatura.

Dopo tre anni di maturazione a Saint-Louis Scott nel 1893 si spostò a Chicago dove, con la World's Columbian Exposition, si celebrava il quarto centenario della scoperta dell'America. Chicago fu per Joplin la prima occasione di contatto autentico con il ragtime: era possibile ascoltarvi artisti fuori dalla media (quali Plunk Henry, Johnny Seymour e lo stesso Otis Saunders), e quando di lì a poco il genere si sarebbe affermato come forma compiuta, Joplin avrebbe potuto dire la sua in un locale storico di Sedalia, il "Maple Leaf Club". Questa era una città più giovane ma non meno vivace di Saint-Louis.
In quegli anni il ragtime usciva dalla preistoria e cominciava la sua epoca poco più che ventennale. Cronologicamente Joplin veniva dopo William Krell e Tom Turpin e abbozzava il suo primo ragtime,
Original Rags, nel 1897, un anno prima di Maple Leaf Rag. Original Rags entrò ad ogni modo nella compilation dei ragtimes classici quando, un paio d'anni dopo, l'editore Offman decise di lanciarlo nell'agone del genere.

Proprio quel brano era stato invece scartato da John Stark, figura destinata a diventare l'editore principale di Joplin. Stark era un esponente tipico della dinamica Sedalia. Bianco, allevato in una fattoria indiana, era incapace di nutrire pregiudizi razziali. Quando entrò in rapporti con Joplin, Stark aveva quasi sessant'anni. L'indifferenza verso
Original Rags non avrebbe lasciato ombre. Non appena ascoltò Maple Leaf Rag, Stark non esitò a stilare il contratto. A Sedalia Joplin trovò grandi amici, lavoro, occasioni di studio e anche l'amore. Belle l'aveva conosciuto poco dopo la morte del marito. Si sposarono alla fine del 1901.

In principio furono tempi felici. Belle, però, avrebbe desiderato che Scott si dedicasse anzitutto a lei e marginalmente alla musica. Tra i tanti motivi di attrito, la visita a Sedalia di Alfred Ernst, musicista di origine tedesca, che era stato scritturato come direttore dalla più importante istituzione sinfonico-corale di Saint-Louis. Eleanor Stark, figlia dell'editore, aveva presentato Ernst a Joplin, sempre più determinato a impegnarsi sul versante classico. Belle cercò di dissuadere il marito dal frequentare Ernst, ma alla fine cedette: l'attesa di un figlio sembrava un buon auspicio. Nacque, però, una bambina che sopravvisse soltanto pochi mesi. Dopo qualche tentativo infruttuoso, Belle e Scott si rassegnarono e di comune accordo decisero di separarsi. Lei andò a Chicago e non si videro mai più.

Malgrado si sforzasse di trattarli come composizioni classiche, i ragtimes non appagavano più le aspirazioni di Joplin. Dopo i progressi maturati con Ernst, egli si considerava pronto per l'opera lirica, che lo interessava da sempre. All'inizio del 1903 cominciò a lavorare a
A Guest of Honor. Nel giro di pochi mesi Scott aveva già formato una compagnia di trenta persone. Le prove si svolsero al Teatro Crawford di Saint-Louis, seguite da una "prima" meno trionfale di quanto atteso, ma niente affatto scoraggiante. Pochi giorni dopo, infatti, il gruppo si imbarcò per una tournée. Disgraziatamente il viaggio si concluse molto presto: alla fine del primo spettacolo furono rubati tutti gli incassi e, per pagare il conto della pensione, alla compagnia furono confiscate valigie, strumenti musicali, costumi e anche gli spartiti.
Purtroppo, quelli dispersi a Pittsburg erano proprio i manoscritti. Fu inevitabile il risentimento di Joplin verso l'editore, che si era rifiutato di pubblicare l'opera in anticipo. L'interruzione forzata della tournée consentì a Scott di rilassarsi a Chicago senza impegni particolari e di fare una fugace apparizione a Texarkana. Di passaggio a Little Rock, in Arkansas, gli fu presentata Freddie Alexander, di cui egli si innamorò all'istante.
The Chrysanthemum, una delle sue pagine più belle, fu scritta quasi di getto, coniugando slancio ritmico e dolcezza in una simbiosi perfetta. Con la rinnovata felicità di vivere, Scott trovò anche il modo di riappacificarsi con Stark, che stampò il pezzo a tempo di record.
Nella primavera del 1904 Joplin si spostò a Saint-Louis per l'apertura delle Olimpiadi. Con l'occasione, il suo personaggio acquisiva una notorietà ufficiale: la sua presenza era legata a
Cascades, brano scritto per l'inaugurazione della fontana simbolo dei Giochi.
Scott, tuttavia, non si cullò sugli allori: aveva fretta di ritornare al Little Rock, dove anche Freddie aveva gran voglia di rivederlo. Poco dopo il matrimonio, i due presero il treno per Sedalia e lungo il tragitto furono costretti a scendere in quasi tutte le stazioni, poiché Scott aveva preso impegni per una serie di concerti in varie località. Ci volle un mese intero per arrivare a Sedalia, e la sera in cui i due scesero dal treno Freddie aveva la febbre alta: una influenza trascurata degenerò nella polmonite che in poche settimane l'avrebbe condotta alla morte. Era il 20 settembre 1904. Dopo il funerale, Joplin lasciò Sedalia e non vi tornò mai più.

La carriera di Scott parve arrestarsi e si riaffacciò anche la povertà. Egli viveva di nuovo in alloggi di fortuna e suonava in locali di terza categoria. Qualche breve episodio illuminava di tanto in tanto la sua rassegnazione e rimpinguava le finanze.
E' a questo punto che iniziò la fase angosciosa dei tentativi di promuovere
Treemonisha, l'opera che Joplin aveva quasi terminato. Nel 1907 Scott risiedeva principalmente a Chicago, ma al tempo stesso viaggiava molto. A Washington conobbe Lottie Stokes, trentatreenne intelligente e amante della musica, che gli restò a fianco negli ultimi dieci anni di vita facendogli sentire stima e protezione. La coppia si trasferì subito a New York.
L'anno seguente fu per Joplin un periodo di splendida ispirazione. Il dato appare quasi un miracolo: oltre ad accusare i primi sintomi della sifilide che in dieci anni lo porterà alla morte, Scott stava sviluppando un'altra pericolosa monomania, causata dalle difficoltà incontrate per far apprezzare
Treemonisha, la sua creazione lirica.
Le difficoltà musicali, presumibilmente, erano collegate anche ai pregiudizi razziali: gli editori non erano disposti a rischiare per uno spartito che sarebbe rimasto negli scaffali perché nessun teatro avrebbe messo in scena l'opera di un negro. Realizzata in tre atti secondo le forme canoniche del melodramma (ouverture, arie, ariosi, recitativi, cori e balletto), l'opera fu pubblicata nell'edizione per canto e pianoforte, curata e finanziata dallo stesso Scott. Della partitura per orchestra non rimase alcuna traccia ed è davvero un peccato ignorare quale fosse l'atteggiamento di Joplin nei confronti di una grande formazione sinfonica. Nessuno dei contemporanei riuscì a intuirne le potenzialità. L'impegno di autopromozione, nel frattempo, lo distraeva quasi del tutto dalla composizione. Ormai non riusciva a scrivere nemmeno un brano all'anno: nel 1912 l'editore Stern gli pubblicò
Scott Joplin's New Rag e nel 1914 uscì Magnetic Rag, per i tipi della piccola casa editrice che Scott aveva fondato l'anno prima con Lottie. La malattia non dava tregua e, nel 1916, si manifestarono conseguenze devastanti di ordine mentale. L'inverno successivo Scott non era più in grado di vivere in casa, e Lottie dovette farlo ricoverare al principio in ospedale e infine in manicomio, dove l'artista spirò il 1° aprile 1917.

© 2002 by Virgilio Celletti

Black Baby by Scott Joplin

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