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A.A.V.V.



Giuseppe Antonio Brescianello (Bologna 1690 ca. - Stoccarda 1757). Semiconosciuto, Brescianello è un compositore di notevole interesse e di grande espressività. Sebbene abbia composto numerose opere strumentali, costruì la sua reputazione sull'esecuzione e la direzione d'orchestra trascorrrendo gran parte della sua vita alla corte di Wurtemburg a Stoccarda dove nel 1731 ricevette il titolo di Consigliere e Primo Maestro di Cappella. Uno dei motivi del suo anonimato è che una parte della sua opera fu composta prevalentemente per il gallichon, una sorta di liuto suonato da pochi appassionati. Con la sua morte, lo strumento cadde in estinzione. I brani presenti nell'album sono arrangiati da Ruggero Chiesa.

Niccolò Paganini (Genova 1782 - Nizza 1840). Virtuoso di fama leggendaria, Paganini è considerato il padre della moderna tecnica violinistica. L'amore per la chitarra fu propiziato da una dama misteriosa, di famiglia aristocratica e chitarrista dilettante, che Paganini frequentò in Toscana dall'inizio del 1802 alla fine del 1804. Se il violino rappresentò l’aspetto pubblico e professionale, per Paganini la chitarra rispecchiò l’aspetto più intimo e didattico. Non suonò mai concerti pubblici con questo strumento per timore di danneggiare commercialmente la propria immagine.

Gioachino Rossini (Pesaro, 1792 - Passy, 1868) Tra i più celebri operisti della storia, era soprannominato il "Mozart italiano". Tipico del suo stile era il crescendo orchestrale su una frase ripetuta, immortalato nella locuzione "crescendo rossiniano". Il brano presente nell'album nella geniale trascrizione di Mauro Giuliani è tratto dall'opera Semiramide. Dal temperamento ironico, insieme a Giuliani e Paganini, Rossini diede vita ad un goliardico triumvirato musicale in cui i tre, durante i festeggiamenti del Carnevale, travestiti da ciechi, andavano cantando lungo le strade la seguente canzoncina (composta da Rossini!) per il divertimento dei passanti: "Siamo ciechi/siamo nati/per campar/di cortesia/in giornata d'allegria/non si nega carità/".

Domenico Cimarosa (Aversa, 1749 – Venezia, 1801). Nato da una famiglia indigente, dimostrò un precoce talento musicale e in pochi anni divenne un abile violinista, clavicembalista e organista. Figura centrale dell'opera italiana della seconda metà del XVIII secolo, ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo dell'opera buffa. Le sue sonate per fortepiano, sebbene influenzate dallo stile di Domenico Scarlatti, sono cariche d'inventiva e di forte ispirazione barocca. Nell'album sono presenti la Sonata N. 9 arrangiata da Moshe H. Levy e il Larghetto della sonata N. 49 arrangiata da Julian Bream, a cui Vocal Cords è dedicato.

Mauro Giuliani (Bisceglie,1781 - Napoli, 1829). Iniziò in giovane età lo studio del violoncello e della chitarra francese. Si trasferì nel 1806 a Vienna dove, in breve tempo, fu considerato come il più grande chitarrista vivente. Nel 1808 eseguì per la prima volta il Gran concerto per chitarra e orchestra (op. 30), che riscosse un notevole successo. Nel 1813 Giuliani suonò come violoncellista alla prima esecuzione della Settima Sinfonia di Beethoven, diretta dallo stesso compositore. Il calo di interesse per la chitarra a vantaggio del pianoforte oltre ai sopraggiunti problemi economici costrinsero Giuliani a rientrare nel 1819 in Italia dove ebbe modo di frequentare, tra gli altri, Paganini e Rossini. Giuliani scrisse anche un notevole e ancora attuale metodo per chitarra.

Luigi Legnani (Ferrara, 1790 – Ravenna, 1877). Esecutore di capacità eccezionali, fu anche un ottimo violinista e cantante. Dal 1819 al 1823 risiedette a Vienna raccogliendo il plauso della critica. Nel 1825 si spostò a Genova. Il grande Paganini stimava moltissimo Legnani. Un cronista dell'epoca così racconta: «Arrivato a Torino nel luglio 1836, Paganini si recò al Teatro Carignano per ascoltare il chitarrista Luigi Legnani che gli procurò "sommo piacere". Con Legnani medita di tenere un concerto, ma sfortunatamente il progetto saltò per ignote ragioni.» Le sue composizioni appartengono all'estetica brillante del primo Ottocento ricca di virtuosismi.

Matteo Carcassi (Firenze, 1792 – Parigi, 1853) Inizia giovanissimo lo studio della chitarra, divenendo, a partire dal 1810, celebre concertista. Nel 1816 si stabilisce, riscuotendo grande successo, a Parigi. Compie tournée in Italia, Inghilterra e Germania. Le composizioni di Carcassi si caratterizzano per l'utilizzo di una vasta gamma di effetti chitarristici. Intorno al 1840 abbandonò la carriera concertistica, dedicandosi prevalentemente alla composizione e all’insegnamento della chitarra e del pianoforte. Particolarmente rilevante è anche il suo Metodo completo per la chitarra op. 59, pubblicato nel 1836.

Gulio Regondi (Genova 1822 - Londra 1872) Fanciullo prodigio, esordì a Lione a soli 7 anni conquistando l'ammirazione dei più grandi chitarristi del tempo tra cui Fernando Sor. A nove anni era già in tourné in diverse città europee mentre la stampa lo acclamava come il nuovo Paganini della chitarra. Come compositore non è stato particolarmente prolifico tuttavia le sue opere per chitarra sono da collocare per l'alto valore artistico e tecnico al vertice dell'arte musicale romantica.

Francesco Molino (Ivrea, 1768 – Parigi, 1847) Nato in una famiglia di musicisti, iniziò la sua carriera come chitarrista a Parigi nel 1819 e poi come concertista e insegnante didattico. In breve tempo entrò in competizione con Ferdinando Carulli che viveva a Parigi già da qualche anno, dando il via a una famosa disputa metodologica tra i "carullisti" e "molinisti". Riuscì ad ottenere una buona fama, sia come esecutore che come didatta. Da segnalare, in particolare, il suo Concerto per chitarra e orchestra in Mi minore (op. 56).

Ferdinando Carulli (Napoli 1770 – Parigi, 1841) Si avvicinò alla musica da autodidatta studiando il violoncello e la chitarra classica. Nel 1808, si trasferì definitivamente a Parigi dove diede avvio a una feconda e incontrastata attività di compositore per chitarra, insegnante e concertista. Oltre alla pubblicazione di una vastissimo numero di opere, diede alle stampe il Metodo completo per chitarra op. 27, punto di riferimento per intere generazioni di chitarristi. Carulli fu uno dei primi compositori a rivelare le potenzialità virtuosistiche della chitarra a sei corde. Nel 1826 brevettò anche un nuovo modello di chitarra a dieci corde - il dedacordo - riportata in auge nel XX secolo dal chitarrista Narciso Yepes.

Marco Aurelio Zani de Ferranti (Bologna 1800 - Pisa 1878) Letterato e musicista, raggiunse una fama notevole come chitarrista presso Parigi, Pietrogrado, Londra e Bruxelles. Nella capitale belga ottenne, nel 1834, anche la nomina a professore di lingua italiana al conservatorio reale di musica. Ricevette elogi da contemporanei illustri, Berlioz lo definì un "chitarrista incomparabile" mentre per Paganini era “superiore a tutte le celebrità d’Europa". Autore di trattati teorico-musicali, scrisse anche trecento brevi saggi su argomenti musicali, sociologici o letterari, tra cui uno sulla Divina Commedia di Dante.




Vocal Cords by Andrea Belmonte

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